È arrivato il momento! Dopo tante incertezze, dubbi e ripensamenti, è arrivata l’ora di andare via. È arrivato il momento di crescere, anzi, di rinascere. Il cordone ombelicale che mi lega alla mia amata terra va tagliato.
La partenza
Il biglietto è fatto, il check in pure, l’ora del volo è stabilita e non resta altro che varcare la soglia della sala d’attesa dell’aeroporto.
Dopo aver preparato in fretta e furia un viaggio di sola andata per la Danimarca e aver sistemato alla bene e meglio alcune questioni in sospeso mi accingo a salutare il mio più caro Amico che fino al momento della partenza è stato presente e disponibile. A questa persona dedico un immenso grazie per esserci sempre stato e per avermi sopportato con pazienza.
Grazie Mimmo!
Arrivato in aeroporto, salgo le scale verso gli imbarchi e una leggera ansia si manifesta e mi chiedo: “ma cosa cazzo sto facendo?!”. Penso al mio laboratorio, per il quale ho impiegato anni e una marea di quattrini per sistemarlo, pulirlo, attrezzarlo, renderlo efficiente e sicuro. Lì, potrei costruire qualsiasi cosa…e adesso che era pronto…nulla, starà tutto fermo li in sospeso…
Penso ai miei ultimi Clienti, quelli selezionati, quelli che hanno apprezzato e rispettato moltissimo il mio lavoro, quelli che non mi hanno detto nulla quando ho fatto qualche cazzata, quelli che non hanno mai discusso sul prezzo e che hanno sempre avuto una parola di apprezzamento per il lavoro svolto, sono gli stessi che mi hanno detto: “vai Salvo, non puoi non andare, provaci… E se torni, il lavoro da noi lo riavrai”.
Anche queste splendide persone meritano un grande Grazie, sono coloro che mi hanno fatto guadagnare il pane….e non è poco.
In mezzo a questa tempesta d pensieri mi sentivo un po’ morire dentro…eccomi ai controlli e….ops! Sorpresa, un amico, proprio cosi, la persona addetta a controllare il mio passaggio è un mio caro amico figlio di una ex collega compagna di sventure passate. Gli occhi gli sorridono e con un gesto della mano e sorridendo mi fa cenno di venire avanti verso di lui. Mi dice calorosamente: “accomodati Salvo, vieni pure avanti”, mi ha fatto sentire un signore (😅). Credo fosse un aiuto del destino, d’un tratto mi sono sentito meglio, fu come avere una assistenza ad una sorta di parto o rinascita.
Passo molto rapidamente i controlli, una vigorosa stretta di mano col mio amico Gianpaolo e….ops, un dubbio: posso portare la bottiglia di acqua in aereo!??!! Ritorno ai controlli per chiedere e…eccola la! La bella donna bionda seduta al monitoraggio è una mia amica! Sorpresa di vedermi, con il suo sempre smagliante sorriso mi dice: “vieni qui! E salutiamoci come si deve! Ma che combini! Dove vai!” Ci scambiamo un abbraccio e un bacio, chiedo quello che devo chiedere, mi congedo da lei e vado in sala di attesa per l’imbarco.
Penserete: e allora? Allora niente…se si osservano gli eventi con superficialità e distrazione. Ma, cambiando punto di vista si notano molte cose, quelli che io chiamo “i segnali”. Il viaggio va fatto e c’è chi mi accompagna e guarda le spalle, invisibile ma sempre presente, mette sul mio percorso le persone giuste al momento giusto, persino una bella ragazza bionda che ti dà l’ultimo abbraccio prima di lasciare tutto…direi che non è male! 😜 Poteva capitare ai controlli uno che la sera prima ha litigato con la moglie e che mi avrebbe fatto aprire il bagaglio o togliere le scarpe ecc ecc…e invece no. Tutto liscio e gradevole.
Entro nella sala di attesa e mi chiedo: ma chi è che si fa le vacanze in Danimarca? Osserviamo un attimino le persone con cui viaggerò…
..Ok, nessun dubbio! Sono l’unico passeggero italiano. Tutti Vikinghi! Tutti, anche le donne alti almeno 1 e 80, tutti biondissimi. Ci sono coppie mature, coppie giovani, ragazzi e soprattutto tanti bambini.
La prima reazione alla vista di questo gruppo di persone bionde dall’aria tranquilla? Stupore! Quasi tutti seduti ad aspettare con un libro in mano! E che libri! Non erano quei libri non troppo grandi con la copertina morbida che porti comodamente in viaggio e che leggi per estrema noia, no! Erano dei mattoni, roba che stai leggendo da tempo! I Danesi leggono tanto, quindi, sono persone che tengono alla cultura e all’istruzione per davvero! Direi che la differenza tra vedere tanta gente con gli occhi su un cellulare magari guardando chiassosi video che “inquinano le orecchie” e vedere tanta gente che in educato silenzio legge un buon libro è molta.
È ora di salire sull’aereo…comincia il viaggio.
Durante il volo
Ormai ero a bordo, i portelloni di imbarco chiusi, i motori accesi e l’aereo pronto per il decollo. Confesso che con la maturità sono diventato un po fifone e che gli aerei mi innervosiscono un po, niente di grave, ma non sto mai completamente tranquillo, sicuramente sarà perchè non viaggio spesso… Decisamente no! So perfettamente perche gli aerei prima non destavano nessuna preoccupazione in me e adesso invece li prendo con un certo nervosismo addosso: ho visto tutte le stagioni “Disastri ad alta quota”!! Ecco, se siete persone che viaggiano spesso in aereo, vi consiglio vivamente di non guardare questo programma. Per carità, è molto interessante istruttivo e ricco di dettagli tecnici, si imparano molte cose su come l’uomo sia davvero una creatura scrupolosa ed intelligente, ma credetemi, dopo averlo visto tutto, non guarderete più gli aerei allo stesso modo! Ma c’è un rimedio per tutto, ed il cervello umano è una macchina meravigliosa, per cui per cambiare umore invece di pensare a come sono accaduti gli incidenti aerei ho pensato a questa mitica scena. Se ce l’hanno fatta loro ad arrivare a destinazione, non vedo perchè non debba farlo io! [grasse risate]
Con questa scena in mente durante il rito della spiegazione delle cinture, delle uscite e delle maschere di ossigeno l’umore ha preso tutta un’altra piega e una volta decollati tutta la mia attenzione è andata al finestrino. Mi sono goduto il paesaggio per quasi tutto il tempo. Gradualmente, il mare, le isolette, le spiagge e le imbarcazioni che solcando il mare lasciano la caratteristica scia bianca sono state sostituite prima da verdi distese, poi da alte montagne innevate (poco) con i paesini arroccati sulle cime oppure nascosti nelle valli, perennemente all’ombra dei monti che le circondano. Una riflessione: in questi posti, a valle delle montagne il sole arriva solo quando è all’apice del suo percorso, diversamente, anche in una giornata limpida e soleggiata sono sempre all’ombra, se poi a mezzogiorno dovesse passare qualche nuvola nemmeno a quell’ora sarebbero esposte al sole diretto. Chissà come influiscono queste particolari dinamiche della luce solare sulle persone che abitano li, sul loro carattere e sui loro usi. Sicuramente in passato tutto ciò influiva sulla loro dieta, perché tali condizioni di esposizione ai raggi solari avrebbero influenzato parecchio il tipo di vegetazione e la qualità degli alimenti coltivati in quelle zone ed ovviamente anche di tutti i frutti selvatici e spontanei.
Il volo sarebbe durato in tutto circa tre ore, superata l’Italia e le bellissime Alpi, il cielo si fece grigio e nuvoloso, mi è sembrato di fare un viaggio nel tempo oltre che nello spazio, ero stato catapultato direttamente a fine ottobre in un clima sicuramente autunnale, non era più estate, o almeno non lo era più secondo i miei canoni di siciliano cresciuto sotto il sole rovente.
Seduta vicino a me c’era una signora, per quasi tutto il viaggio non abbiamo parlato, solo un cordiale saluto quando ci siamo seduti, poi silenzio. Durane il volo le rivolsi solo una domanda col mio timido inglese scolastico. Visto che i sedili erano tre, uno era rimasto libero ma io e la signora avevamo posti vicini mi chiesi se sarebbe stato opportuno spostarmi e lasciare il sedile libero al centro, in modo da stare più larghi, ma…un dubbio mi fermò: se mi sposto la signora può pensare che sono infastidito dalla sua vicinanza e magari in qualche modo potevo metterla a disagio, del resto non stavamo stretti. Può sembrare una cosa superflua e stupida, ma qualcosa mi diceva che non dovevo agire cosi, c’era un modo più corretto quindi le chiesi con il mio inglese scolastico: “Do you need more space madam?”. Lei fece un bel sorriso e dalla sua espressione capii che aveva apprezzato il gesto di attenzione. Mi disse che stava benissimo e scherzando mi fece la stessa domanda.
Si, può sembrare tutto molto noioso, ma, tra perfetti estranei appartenenti a culture diverse queste piccole cose (a mio parere) sono importanti, sono aperture. Se mi fossi semplicemente spostato e messo bello comodo sull’altro sedile, avrei inviato a livello inconscio un messaggio di chiusura: “mi sto nel posto più lontano possibile da te” e sarebbe finita li, in silenzio e con distacco. Penso che di questi tempi, le persone, nel mondo reale, di presenza (e senza poter usare internet) debbano evitare le situazioni di distacco, a meno che non ci siano dei motivi…
La signora dopo qualche minuto mi rivolse la parola e iniziammo a chiacchierare un po. Fu cosi che feci la mia prima conoscenza in Danimarca che mi diede modo di cominciare a togliere la ruggine al mio pessimo inglese che lei parlava sicuramente molto meglio di me. Alla fine del volo mi presento la sua famiglia. Fu cosi gentile da voler scambiare i dati di contatto, mi lasciò anche il numero del marito. Mi disse che se avessi avuto bisogno di qualcosa potevo chiamarli o chiedere loro informazioni e che era giusto che io cominciassi a crearmi la mia rete di amicizie in Danimarca. Fantastico no?!
L’Arrivo in Danimarca
Una volta atterrato e superato la strizza di un atterraggio un po tumultuoso che ci ha fatto stare tutti attaccati con le mani al sedile (un bel vuoto d’aria ci ha fatto un bello scherzetto) si scende, partito con i 35 gradi alle 9 del mattino dalla Sicilia si arriva all’aeroporto di Billund. La persona di riferimento con la quale dovrò andare a lavorare mi disse: “porta solo abiti leggeri, anche se è fresco le giornate sono molto calde e soleggiate, gli abiti pesanti non servono”. Alla luce degli avvenimenti che seguiranno posso
Cosa ho imparato:
- I Danesi amano leggere, se ne deduce che tengono molto alla cultura e alla loro istruzione, sono persone molto composte ed educate.
- I Danesi sono persone empatiche, molto gentili con chi dimostra di esserlo a sua volta, pensano rapidamente, si mettono nei panni del prossimo e se è il caso sono disposti a dare una mano. Posso affermare che non sono caratteristiche scontate tra i membri della mia vecchia cerchia di conoscenze.
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